PERCHE SCRIVERE (E COSA SCRIVERE) IN UN LIBRO DEDICATO AI CONTRATTI INTERNAZIONALI: IL MIO NUOVO LIBRO, MANUALE DEI CONTRATTI INTERNAZIONALI EDITO DA GIUFFRE’ FRANCIS LEFEBVRE

 

Il “Manuale dei Contratti internazionali”, in libreria e sui maggiori siti on-line da luglio, rappresenta la mia più recente “fatica” editoriale (759 pagine …). Non si tratta tanto di una semplice sequenza di Capitoli dedicati a singole tipologie contrattuali (a quelle è specificatamente dedicata la Parte Seconda del libro) quanto piuttosto il tentativo di riflettere, commentare ed illustrare con esempi pratici quello che può servire a chi quotidianamente si occupa della redazione (ed eventualmente della negoziazione) dei contratti internazionali.

Ciò in quanto a mio parere, prima di discettare di una singola tipologia contrattuale è opportuno comprendere come redigere e strutturare un qualsiasi contratto internazionale. Uno degli assunti di base di questo libro è che per le imprese il contratto, nazionale o internazionale che sia, possa, ed anzi debba, rappresentare uno strumento di tecnica mercantile, uno dei mezzi da utilizzare per raggiungere un qualche obiettivo imprenditoriale, il che è tanto più vero qualora l’impresa italiana, in un mondo sempre più globalizzato e interconnesso (nel bene e nel male, verrebbe da aggiungere, vista la situazione attuale (1)) decida di internazionalizzare la propria attività su nuovi mercati.

È questo un fatto che incide sul ruolo degli avvocati che già assistono l’impresa, o di quanti si stanno avviando sul percorso della consulenza alle imprese, i quali devono rendersi conto che la tradizionale definizione codicistica (“costituire, regolare o estinguere un rapporto giuridico di natura patrimoniale”) si limita, ma non poteva essere altrimenti, ad esplicitare gli effetti propri del contratto inteso esclusivamente come strumento di tecnica giuridica, lasciando agli avvocati che, per conto delle imprese, redigono il contratto, il compito di coniugare diritto, tecnica mercantile e obiettivi imprenditoriali. In altre parole gli avvocati non possono certo limitarsi ad essere dei “fini dicitori del diritto codificato” (2) (oltretutto quale diritto, quello italiano o quello dettato dalle norme imperative forti della nazione ove il contratto dovrà essere eseguito?) quanto piuttosto, proprio fin dalla redazione del testo contrattuale, dei “solutori di problemi”.

Cambia così anche il tradizionale ruolo dell’avvocato che affianca le imprese italiane nelle loro strategie di internazionalizzazione e di globalizzazione, che però, prima di “risolvere i problemi”, deve identificarli, preoccupandosi di comprendere e valutare le esigenze imprenditoriali dell’impresa cliente e le peculiarità del mercato di riferimento, di prodotto e geografico, così da poter “interpretare” tali esigenze e peculiarità nella redazione del contratto, ivi disciplinando non soltanto i reciproci obblighi e diritti dei contraenti, ma, anche, “creando” e registrando nel testo contrattuale quelle che nel libro definisco le “procedure contrattuali” che dettagliano le attività richieste ad ognuno di essi per adempiere ai rispettivi obblighi, e, da ultimo, raggiungere gli obiettivi imprenditoriali che ognuna delle parti si prefigge di raggiungere, e qui torna utile riportare una considerazione, citata nel Manuale, di un di un giurista inglese secondo cui “« Un gran numero di persone che non sono state coinvolte nella redazione del contratto, devono svolgere la loro attività nel rispetto di quanto da esso disposto. Queste persone devono capire che cosa è richiesto dal contratto e che cosa è permesso dal contratto. Per far ciò, queste persone non devono ricorrere all’etica o alla metafisica. Non possono neppure telefonare ai loro avvocati in ogni momento. Esse guardano a quello che c’è scritto nero su bianco nel contratto» (3).

Nel predisporre un qualsivoglia contratto internazionale i giuristi, ma anche i manager dell’impresa italiana dovrebbero essere sempre consapevoli (e i giuristi di solito lo sono, ma purtroppo spesso non può dirsi altrettanto per i manager di tante imprese italiane) dei limiti posti all’autonomia contrattuale delle parti dalle norme di legge applicabili al contratto, senza poi dimenticare le norme previste dal diritto della concorrenza applicabile al contratto.

Questo “Manuale dei Contratti Internazionali”, che vuole dunque essere in primo luogo uno strumento pratico per i giuristi che oggi si occupano di contratti internazionali, è suddiviso in tre Parti ed una Appendice.

La Parte Prima, suddivisa in nove Capitoli, è dedicata non già a singoli tipi contrattuali, specificatamente commentati e analizzati nella successiva Parte Seconda, quanto piuttosto alle ragioni e alle forme della collaborazione tra imprese nel commercio internazionale (Cap.I), agli scopi ed ai requisiti di un contratto internazionale (Cap.II  e III),  alla determinazione della legge applicabile ed alle modalità di risoluzione delle controversie nei contratti internazionali (Cap. IV), alla lex mercatoria e ai c.d. contratti “self-regulatory ed alle tecniche di redazione dei contratti nei sistemi di common law e di civil law (Cap. V e VI).

Esaminati i presupposti, gli scopi ed i metodi di redazione dei contratti internazionali il successivo Capitolo (Cap.VII) illustrale caratteristiche ed alla struttura di un contratto internazionale, e vi vengono commentate ed illustrate, gradualmente, dall’inizio alla fine di un ipotetico testo contrattuale, le clausole che si possono ritrovare in un contratto internazionale (tra cui definitions, conditions precedents, undertakings and best efforts, commercial warranties and legal warranties, representations, warranties and indemnification, force majeure, hardship, MAC-material adverse change, limitations of liability, penalties v. liquidated damages, confidentiality, compliance, term and termination, general provisions, applicable law and settlement of disputes).

Come per i modelli offerti nella Parte Seconda, le clausole proposte nel testo in inglese, con traduzione in italiano da me predisposta per mera comodità dei lettori, sono comunque delle mere esemplificazioni, il cui scopo primario è quello di dare immediata evidenza delle questioni da affrontare nella redazione del contratto.

Spetta dunque ai lettori verificarne l’utilizzabilità alla luce delle peculiarità e specificità proprie del caso concreto nonché delle disposizioni della legge applicabile al singolo contratto internazionale piuttosto che delle norme inderogabili e di applicazione necessaria in vigore nel Paese ove il contratto deve essere eseguito.

Chiudono questa Parte Prima due ulteriori Capitoli, il primo dei quali è dedicato alla negoziazione, internazionale ed interculturale (Cap. VIII), anche perché, ormai sempre più spesso, quantomeno per i contratti più complessi, gli avvocati sono anche chiamati a partecipare alla loro negoziazione. Nell’ultimo capitolo (Cap. IX) viene invece analizzato in maniera dettagliata il diritto della concorrenza UE (in estrema sintesi, Reg. (CE) 1/2003, art. 101 e 102 TFUE, De Minimis  e la normativa in tema di Concentrazioni) ed il suo impatto sui contratti internazionali di cui l’avvocato italiano che predispone il contratto deve essere ben conscio.

Nella Parte Seconda, suddivisa in cinque Capitoli, dapprima vengono analizzati e commentati i tipi contrattuali utilizzati dalle imprese per internazionalizzarsi, a partire dai Confidentiality Agreements e dalle Letter of Intenti (Cap. I), passando poi ai contratti internazionali di compravendita (sales agreements e long-term supply agreements) (Cap. II), ai contratti internazionali di distribuzione internazionale, (agency agreements e distribution agreements) (Cap. III), ai contratti di licenza (license agreements) (Cap. IV), per arrivare, infine, ai contratti di joint venture(Cap. V).

Anche in questo caso il commento del singolo tipo contrattuale si sviluppa gradualmente, partendo dalle clausole iniziali, per giungere, via via, fino alla fine, e quindi alla sottoscrizione del contratto (una fine che però, come si dirà, è anche e piuttosto, un inizio), ed è accompagnato dall’analisi delle principali clausole che lo caratterizzano, per cui vengono offerti esempi in inglese, con traduzione in italiano, accompagnati, ove opportuno, da tabelle riepilogative.

Per alcuni di queste tipologie contrattuali, ove esplichino la loro efficacia nell’ambito dell’Unione Europea, viene anche offerto un commento alle disposizioni dei Regolamenti di esenzione di gruppo emanati dalla Commissione UE ad essi applicabili e di cui il redattore del testo contrattuale deve tener ben conto per non inserire nel contratto delle clausole che, alla prova dei fatti, risulterebbero nulle e inefficaci in quanto contrarie al diritto della concorrenza unionale.

La Parte Terza è composta da due Capitoli, rispettivamente dedicati alla determinazione della legge applicabile in mancanza di scelta da parte dei contraenti, e quindi al Regolamento (CE) 593/2008 (“Roma I”) sulla legge applicabile alle obbligazioni contrattuali (Cap. I), ed ai Regolamenti (CE) 44/2001 (“Bruxelles I”) e il successivo Reg. UE 1215/2012 (Bruxelles I-bis) concernente la competenza giurisdizionale, il riconoscimento e l’esecuzione delle decisioni in materia civile e commerciale (Cap. II).

Nel rinviare alla Parte Terza per l’illustrazione ed il commento delle singole disposizioni di tali Regolamenti, in questa Premessa è sufficiente sottolineare che il principio della libertà delle parti di scegliere la legge applicabile al contratto da loro sottoscritto rappresenta, per usare le parole utilizzate in Roma I, “la pietra angolare delle regole di conflitto di leggi in materia contrattuale” (e analogo principio lo ritroviamo nei due Regolamenti di Bruxelles).

In Appendice ho inserito una serie di modelli (solo testo inglese) dei contratti internazionali commentati nella Parte Seconda del Manuale (Letter of Intent e Confidentiality Agreements, Sales Agreement, Long Term Supply Agreement, Commercial Agency Agreements, Distribution Agreement, License Agreement e Equity Joint Venture Agreement), con l’auspicio che non solo possano risultare di ulteriore supporto per i lettori, ma anche possano stimolare la loro “creatività”, arricchendoli, migliorandoli, e comunque adattandoli alle specificità del singolo caso concreto.

I diritti d’autore derivanti dalla pubblicazione di questo libro, come accaduto per le mie precedenti pubblicazioni, sono destinati alla sponsorizzazione della annuale National Negotiation Competition, nonché di altre iniziative in tema di contratti organizzate da Elsa (Italia) – The European Law Students’ Association.

 

Marco Bianchi “Manuale dei Contratti internazionali”, Giuffrè Francis Lefebvre (luglio 2019), 755 pagg, E 85.

Indice: https://shop.giuffre.it/pub/media/Indice/INDICE_024211082.pdf#search=%22%22

Il Manuale può essere acquistato anche sui principali siti (Giuffrè Frances Lefebvre, Amazon, Ibs, Hoepli, Libreria Universitaria ecc.)

© Marco Bianchi Riproduzione riservata – Agosto 2021

(1) Situazione che, seppur incidentalmente, mi ha spinto a parlare di Covid e di pandemia, quando ho illustrato, nel cap. VII della Prima Parte del libro, le Mac-Material adverse change clauses e le Best efforts clauses, ove, tra l’altro, ho commentato, per quanto ad oggi conosciuti, i termini e le condizioni dell’APA – Advance Purchase Agreement sottoscritto tra AstraZeneca e Commissione UE nell’agosto dell’anno scorso che ha poi provocato non poche polemiche e da ultimo la decisione della Commissione UE di avviare una azione legale contro la AstraZeneca.

(2) Come spiego nel testo, il problema a volte è però costituito anche dall’atteggiamento dei clienti che pensano di saper gestire il contratto con un partner straniero, confidando soltanto nella esperienza da loro maturata sul mercato italiano, e sono poco propensi a coinvolgere il giurista fin dall’inizio, quindi nella identificazione e nella strutturazione del contratto, e anche, indirettamente, della “strategia” per entrare su nuovi mercati esteri.

(3) Lord Justice Jackson, Does good faith have any role in construction contracts (Pinsent Masons Lecture in Hong Kong, November 2017) consultabile all’indirizzo https://www.judiciary.uk/wp-content/uploads/2017/11/speech-lj-jackson-masons-lecture-hong-kong.pdf,, citato nel Capitolo II della Parte Prima del Manuale a pag. 31.

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