AMAZON SEGNALATO AD ANTITRUST: “VIOLA LE NORME SULL’ETICHETTATURA DEL CIBO” – SECONDO UN PORTALE DI INFORMAZIONE ALIMENTARE MOLTI PRODOTTI VENDUTI SULLA PIATTAFORMA PANTRY NON INDICANO GLI INGREDIENTI NÉ GLI ALLERGENI, O MOSTRANO ETICHETTE ILLEGGIBILI

 

SECONDO UN PORTALE DI INFORMAZIONE ALIMENTARE MOLTI PRODOTTI VENDUTI SULLA PIATTAFORMA PANTRY NON INDICANO GLI INGREDIENTI NÉ GLI ALLERGENI, O MOSTRANO ETICHETTE ILLEGGIBILI

Il titolo di questo post è quello di un Articolo pubblicato oggi 22 Dicembre 2017 su Repubblica che trae a sua volta origine da una segnalazione all’Antitrust effettuata da un portale di informazione indipendente su alimenti e nutrizione, GIFT – Great Italian Food Trade. Non lo conosco ma ho trovato interessante la rassegna delle decisioni della AGCM in materia alimentare.

Da quanto capisco dal sito GIFT la segnalazione si fonda su una incompleta o non comprensibile rispetto a quanto previsto dal Regolamento (Ue) N. 1169/2011 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 25 ottobre 2011 relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori. Il riferimento va fatto agli artt. 14.1. e 15 del Regolamento qui di seguito riportati, che nella sostanza prevede che le informazioni dovute ai web customers acquirenti  siano fornite prima  del fatidico clic con cui conferma l’acquisto.

“14.1.  Vendita a distanza.  Fatti salvi i requisiti d’informazione previsti dall’articolo 9, per gli alimenti preimballati messi in vendita mediante tecniche di comunicazione a distanza:

a) le informazioni obbligatorie sugli alimenti …… sono disponibili prima della conclusione dell’acquisto e appaiono sul supporto della vendita a distanza o sono fornite mediante qualunque altro mezzo adeguato chiaramente individuato dall’operatore del settore alimentare.

b) tutte le indicazioni obbligatorie sono disponibili al momento della consegna.

Articolo 15 – Requisiti linguistici. 1.   …, le informazioni obbligatorie sugli alimenti appaiono in una lingua facilmente comprensibile da parte dei consumatori degli Stati membri nei quali l’alimento è commercializzato. 2.   Sul loro territorio, gli Stati membri nei quali è commercializzato un alimento possono imporre che tali indicazioni siano fornite in una o più lingue ufficiali dell’Unione. 3. I paragrafi 1 e 2 non ostano a che tali indicazioni figurino in più lingue.”. 

Se la AGCM darà seguito alla segnalazione Amazon dovrà farsene una ragione. E’ pur vero che si tratta di una piattaforma virtuale che offre in vendita i prodotti più svariati ad una clientela virtuale, anch’essa virtualmente globalizzata. Però vengono se vengono presentati in Dogana per l’importazione in Italia giocattoli o macchine utensili privi di marchio CE non li fanno entrare, perché finirebbero nel mondo reale tra le mani dei bambini italiani (non virtuali), nei capannoni dove lavorano operai (non virtuali), o se, si trattasse di alimenti, sul tavolo (non virtuale) dietro a cui ci siamo seduti per cenare. Nel momento in cui il prodotto esce dallo schermo del mio pc, Amazon lo fa entrare nel mondo reale che, a differenza di internet, non è un unicum virtuale, è fatto di Nazioni con leggi e regolamenti che, quando ti muovi nel mondo reale, devi rispettare (per non parlare del fatto che li nel mondo reale devi anche pagare le tasse……). E’ allora, come ho già avuto modo di scrivere solo alcuni giorni fa, nel mondo reale rispettare le leggi significa, al di là di ogni altra cosa, costi e investimenti (reali e non virtuali…).

P.S. Chiarisco che non è che Amazon mi sia poco simpatica, anzi sono un felice possessore di un Kindle. E’ Amazon che continua ad offrimi l’opportunità di nuovi post.

® Marco Bianchi – riproduzione riservata Dicembre 2017.

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